Terra Condivisa: tanti volontari e storie si intrecciano nell’orto sociale di Castel Raniero

15 Ottobre 2020
Categorie: Volontariato
terra condivisa volontari

Accompagnare persone svantaggiate in un percorso verso l’autonomia lavorativa in un contesto di agricoltura sociale e a km0: è questo l’obiettivo del progetto “Terra Condivisa”, nato da una collaborazione tra la Caritas diocesana di Faenza-Modigliana e l’associazione Farsi Prossimo con l’idea di utilizzare il lavoro come strumento di integrazione attraverso l’attività agricola e la conoscenza del lavoro contadino.

L’orto si trova tra le colline di Castel Raniero e ospita al momento due tirocinanti che quotidianamente vengono seguiti da un tutor e aiutati nel loro lavoro da diversi volontari che mettono a disposizione il loro tempo tanto nella cura degli ortaggi quanto nella distribuzione delle cassette che arrivano direttamente al compratore – tramite ordinazione su whatsapp o su fb – e che vengono riempite settimanalmente ieri di fragole e cocomeri e oggi di zucche, radicchi e cavoli. 

Un progetto che aiuta lavoratori fragili a imparare un mestiere

Competenza, passione e attenzione al mondo che ci circonda: dietro a quella che è una delle parole più semplici del vocabolario – ‘orto’ – ci sono in realtà ore e ore di lavoro che non può essere improvvisato; ma al tempo stesso quelle ore trascorse sul campo, con la pioggia e con il sole, danno vita a frutta e verdura che, grazie all’esperienza di chi la terra la conosce, hanno un sapore unico e diverso da quello che si trova nella grande distribuzione. E dietro a quelle ore di lavoro o ai 13 quintali di fragole prodotti quest’estate Terra Condivisa crea relazioni, trasmissione di competenze e un legame col territorio che non si esaurisce in una semplice cassetta data o ricevuta.

Il racconto dei volontari di Terra Condivisa 

Terra, lavoro e persone sono le parole chiave dell’orto, capace di unire tante storie che forse, altrimenti, non si sarebbero mai incontrate: dallo studente con tanta energia e voglia di mettersi in gioco al pensionato che può condividere la propria esperienza, dalle persone svantaggiate in cerca di una strada migliore a chi ha voglia di dedicare parte del proprio tempo alla comunità.

Fondamentale, per la creazione dell’orto, è stato l’apporto di Roberto, in pensione ma con un passato da ortolano e oggi volontario. “Di questo lavoro mi piace tutto – spiega Roberto – ed è bellissimo avere la soddisfazione di piantare una piccola piantina e vederla crescere, prendendocene cura ogni giorno, sapendo che è di qualità”. A lui, in particolare, il compito di trasmettere le proprie competenze ai tirocinanti. “Oltre alle conoscenze di base, insegniamo loro anche il fatto che bisogna essere sempre pronti a gestire gli imprevisti, dalle gelate alle talpe che vengono a danneggiare l’orto”.

Grazie alla competenza di Roberto, l’orto diventa anche un’occasione per sperimentare sempre nuovi ortaggi nel corso dell’anno. “Oltre agli ortaggi classici, il pomodorino giallo è stato una bella sorpresa ed è di ottima qualità. Perché questi orti sociali siano vincenti devono poter offrire prodotti particolari, non sempre presenti nei supermercati. Il bello del km0 è che tocchi con mano prodotti nati dal tuo territorio, e dietro a loro c’è un’attenzione diversa e unica; anche questo abbiamo cercato di trasmettere ai bambini tramite un open day che abbiamo realizzato subito dopo il lockdown e che sono sempre affascinati da gesti semplici ma importanti come piantare un ortaggio”.

Tra i volontari a fianco di Roberto c’è anche Francesco, giovane studente di Scienze Agrarie, che ha conosciuto Terra Condivisa proprio durante l’open day. “Per me è molto importante dare una mano a questo progetto – spiega – perché è una realtà che tocca concretamente temi molto attuali: il lavoro, l’inclusione sociale e la valorizzazione del territorio. Per quanto riesco, nel mio tempo libero è bello poter dare una mano”.

Il lavoro dei volontari è molto importante nel preparare le cassette, nella gestione delle serre e in tante attività manuali ordinarie che non possono essere trascurate. Recentemente l’orto ha iniziato a distribuire i propri prodotti non solo ai privati ma anche ad alcuni ristoratori della zona, come il Ristorante San Biagio e il Clandestino, inoltre, in caso di eccedenze, queste vengono recuperate attraverso, per esempio, le mense Caritas. L’Ecologia integrale, indicata da papa Francesco, passa anche da orti come quello di Terra Condivisa.

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