Armarsi di smartphone e treppiede per raccontare il valore della solidarietà. Riprendere con il proprio cellulare il lavoro dei volontari che, sotto al sole, coltivano i pomodori nell’orto sociale di Terra condivisa. Oppure utilizzare un programma di montaggio per mettere assieme i mille colori che animano la sartoria di moda etica Dress Again. Il tutto seguito da esperti che illustrano i trucchi del mestiere: come fare la giusta ripresa, come condurre un’intervista, quali sono i programmi migliori per montare un video. L’estate per i giovani non è solo mare, ombrelloni e movida. È anche ritagliarsi del tempo per imparare qualcosa di nuovo e coltivare una propria passione, conoscendo meglio la realtà che ci circonda. In 30 giovani dai 14 ai 19 anni hanno partecipato a Faenza al corso per videomaker promosso da Farsi Prossimo e Caritas diocesana.
Il corso – che aveva come obiettivo quello di offrire un’opportunità di formazione gratuita per i giovani durante il periodo estivo – è partito il 20 giugno e fino al 28 luglio ha visto quattro gruppi lavorare assieme per imparare le tecniche di un mestiere sempre più richiesto nel mercato del lavoro e che appassiona molti giovani. A tenere il corso è stato il videomaker Lorenzo Venturelli, assieme agli operatori Francesco Morelli e Barbara Lanzoni. Dopo le prime lezioni teoriche, i gruppi di giovani sono scesi in campo per costruire con le immagini il racconto di tanti progetti di solidarietà. «L’obiettivo infatti non è stato solo quello di imparare delle tecniche – spiega Morelli –, ma far conoscere loro alcune realtà, i progetti solidali messi in campo in questi anni da Farsi Prossimo e Caritas, che magari non incontrano nella loro vita di tutti i giorni, ma che meritano di essere raccontate e divulgate». I quattro gruppi hanno lavorato rispettivamente sul progetto di orto sociale Terra condivisa a Castel Raniero, la sartoria Dress Again, le attività del Centro di ascolto diocesano a sostegno dei poveri e dell’accoglienza degli ucraini al monastero Santa Chiara.
Emma, Amedeo, Francesco e Riccardo sono i quattro giovani che hanno ricevuto la mission di raccontare Terra condivisa. Emma, 19 anni, ha appena terminato gli studi al liceo Scientifico ed è sempre stata affascinata dal mondo del videomaking. Così ha colto l’occasione. «È stata una bella esperienza – racconta – e ho potuto cimentarmi sia nelle riprese che nell’utilizzo di programmi di montaggio. Al tempo stesso non conoscevo il progetto Terra condivisa: durante le ore di riprese sul campo abbiamo cercato di ottenere le immagini migliori e subito non è stato facile, per noi era una cosa nuova».
Dalle riprese fatte, emerge la fatica che c’è nel lavoro quotidiano nell’orto, ma al tempo stesso anche la passione nel volto dei volontari. «Abbiamo puntato infatti a raccontare il lavoro concreto che c’è dietro al progetto – aggiunge Amedeo, 16 anni, dell’Itip Bucci – realizzando poi interviste che spiegano come è nata Terra condivisa. Penso che questo corso sia stato molto utile, oggi avere una conoscenza almeno di base del mondo del videomaking penso sia importante». «Le spiegazioni tecniche sulla fotografia e la cura dei dettagli è stata importante prima di metterci all’opera – dice Francesco, 18 anni, dello Scientifico -. A Castel Raniero ho girato un piano sequenza su tutti i lavori che si svolgono nell’orto che mi ha particolarmente soddisfatto». «Una delle riprese migliori che ho fatto – dice Riccardo, 19 anni – è un piano che gioca sulla messa a fuoco dei pomodori, uno dei prodotti tipici coltivati. Da queste riprese realizzeremo video che spaziano per tipologia, da quelli più emozionali alle video-interviste». I vari video saranno presentati in una serata promossa dal Centro per le Famiglie il 21 settembre a Faventia Sales.
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